Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo, in nessun caso possono costituire la formulazione
di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull'uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico. Leggi il Disclaimer»
Tumore della Prostatail cancro della prostata è il tumore più diffuso nell'uomo, oltre 36.000 nuovi caso all'anno
Tumore della Prostata
il cancro della prostata è il tumore più diffuso nell'uomo, oltre 36.000 nuovi caso all'anno
E' il tumore più frequente dell'uomo con un'incidenza del 12% sorpassando quello polmonare che al 10%.
Il tumore della prostata raro sotto i quarant'anni aumenta progressivamente con l'età. Inizialmente confinato alla ghiandola cresci lentamente, spesso restando asintomatico e non diagnosticato per vari anni. E' quindi opportuno eseguire visite periodiche di prevenzione, dopo in cinquant'anni. Il PSA unico marker tumorale, anche se non altamente sensibile, ne specifico, va interpretato dallo specialista. Spesso una diagnosi precoce e una terapia mirata consente la guarigione della malattia.
Mi preme precisare che non è affatto vero che una prostatite cronica o una prostatite trascurata possa indurre alla formazione di un tumore della prostata.
È stato accertato che i tre fattori più importanti sono la storia familiare, l'età, e la razza.
Anche se questa patologia appannaggio degli ultra-settantenni non è da escludere che non possa colpire anche in età giovanile (cinquantenni). È ovvio che con il progredire dell'età il rischio di neoplasia prostatica è esponenziale.
La razza caucasica e quella di colore è maggiormente colpita, mentre quasi assente tra la popolazione asiatica cinese e giapponese.
Fino ad oggi si pensava che esisteva una familiarità neoplastica, ma non un'ereditarietà. Recenti studi hanno messo in evidenza, nella neoplasia prostatica giovanile (tra i 45 e 55 aa) una trasmissione come un meccanismo autosomico dominante. La presenza di mutazioni di alcuni geni come BRCA1 E 2 responsabili del tumore alle ovaie e seno possono aumentare il rischio il cancro prostatico.
Una dieta ricca di grassi saturi, la sedentarietà E l'obesità sembra possano alterare la produzione ormonale ed aumentare il rischio insorgenza della neoplasia.
L'assunzione indiscriminata e continuativa, di vitamine liposolubili del gruppo A, B, E, classificati come integratori mentre sono dei propri farmaci sembrano favorire lo sviluppo di una neoplasia.
La maggior parte dei tumori prostatici originano dalla ghiandola E quindi sono denominati adenocarcinomi.
In rarissimi casi possiamo trovare carcinomi a piccole cellule, carcinomi a cellule di transizioni e sarcomi.
Di solito la neoplasia prostatica è asintomatica, soprattutto in età giovanile ove non ci sono disturbi minzionali legati all'ipertrofia prostatica o comunque ad un'ostruzione cervico uretrale.
In età giovanile, la prostatite crea disturbi minzionali spesso discretamente importanti, ma questa sintomatologia non sempre è correlabile, anche se ci troviamo di fronte ad PSA elevato, ad un tumore della prostata. Proprio per questo motivo, Si consiglia ai pazienti in fase di prostatite acuta di non eseguire un PSA, ma di aspettare la fine della sintomatologia per eseguirlo.
La prevenzione per quanto riguarda la dieta è la seguente: aumentare il consumo di verdura, frutta, cereali integrali, ridurre la carne rossa se molto cotta, limitare l'assunzione di cibi ricchi di grassi saturi.
Fare esercizio fisico, basta anche una mezz'ora o tre quarti d'ora di camminata veloce.
Non assumere senza l'indicazione di un medico, farmaci a base di testosterone per aumentare la massa muscolare in palestra.
La prevenzione secondaria E quella di eseguire un esame di PSA una volta l'anno con una visita urologica.
Tengo a precisare, che un singolo PSA non fa storia. E importante avere sempre a disposizione quando ci si reca dall'urologo di una cronologia dei PSA. Spesso un aumento lieve ma costante del PSA totale può far fare una diagnosi molto precoce di tumore prostatico.
Non essendo sintomatico, siamo noi che lo dobbiamo cercare
Negli anni 90 la Food and Drug Administation (FDA) approvata l'esame del PSA come marker tumorale della neoplasia prostatica. In seguito a vari dibattiti e controversie il PSA da alcuni è stato considerato non affidabile, in quanto influenzato dal volume della prostata, da stati infiammatori prostatici, da infezioni.
A mio parere il PSA rimane l'unico esame a disposizione per uno screening di massa visto il costo irrisorio. E importante che il paziente esegue regolarmente il PSA associata alla visita urologica, importanti inoltre portare dal medico urologo la cronologia dei propri PSA.
L'urologo puoi seguire una serie di calcoli come il PSA velocity , il PSA density che associato alle PSA free e al rapporto tra PSA free/ PSA totale può farlo insospettire.
In caso di sospetto viene richiesta una Risonanza Magnetica Multiparametrica della Prostata con mezzo di contrasto. La classificazione che emerge dalla RM ha un punteggio Pirads da 1 a 5 .
Il punteggio 1 e 2 è a basso rischio di malattia, il 3 a medio rischio di malattia, 4 e 5 ad alto rischio di malattia.
Per un punteggio 3, 4 , e 5 si consiglia una biopsia prostatica.
La biopsia prostatica:
1) biopsia prostatica random (rischio di errore medio) operatore dipendente
2) biopsia prostatica Ecoguidata con tecnica "Fusion" dove l'immagini ecografica viene fusa con l' immagini della risonanza magnetica (rischio di errore basso).
La Tac o tomografia assiale computerizzata serve sette a valutare la presenza di malattia linfonodale.
La scintigrafia ossea total body, utile per stabilire la diffusione del tumore a livello osseo(metastasi ossi)
Pet total body con PSMA, si avvale di un radiofarmaco specifico della prostata e serve a determinare la presenza locale dopo prostatectomia radicale di residuo di malattia o a distanza della malattia tumorale (metastasi).
La Scala di Gleason ci aiuta a valutare l'aggressività del tumore. Ci viene fornita dalla risposta dell'esame istologico e si basa su un punteggio che va da 2 a 10. Il valore di Gleason da 2 a 6 indica una neoplasia a crescita lenta e con scarsa tendenza a creare metastasi. Il Gleason 7 è un grado intermedio, mentre il grado che va da 8 a 10 mostra un tumore molto invasivo con alto rischio di metastatizzare.
Il Sistema TNM serve a definire lo stadio del tumore, Dove T stata di indicare la dimensione del tumore, N lo Stato dei linfonodi negativi o positivi dopo linfoadenectomia e M la presenza di metastasi.
Il TNM associato alla scala di Gleason e al PSA ci forniranno tre diverse classi di rischio: basso, intermedio e alto.
Più interveniamo precocemente, più siamo sicuri di eradicare completamente e definitivamente la malattia. Il tumore della prostata cresce in genere lentamente, e non si diffonde al di fuori della ghiandola. Presenta un tasso di sopravvivenza a cinque anni superiore al 95%.
L'evoluzione naturale della malattia diagnosticata in ritardo non diagnosticata evolve in malattia metastatica ossea.
Nella malattia localmente avanzata si possono presentare sintomi di ematuria ostruzione vescicale (impossibilità ad urinare) con necessità di posizionare un catetere vescicale a dimora. Inoltre l'infiltrazione della neoplasia può coinvolgere il trigono e gli sbocchi ureterali creando uno stato di idronefrosi bilaterale e un'insufficienza renale acuta.
Il tumore prostatico varia al secondo che il tumore sia localizzato solo la ghiandola o che sia già una malattia avanzata cioè con metastasi. Inoltre la terapia dipende anche dall'età del paziente e dalle sue comorbilità.
Vigile attesa: per Gleason fino a 6, si può procedere di controllarlo e monitorarlo nel tempo senza intervenire.
Intervento chirurgico: intervento chirurgico è la prostatectomia radicale, che oggi viene eseguita prevalentemente per via Laparoscopica o Robot assistita.
In alcuni casi, età avanzata del paziente, malattia avanzata, ostruzione delle vie urinarie associata, si procede ad intervento di TURP per migliorare la qualità di vita del paziente senza nessuna pretesa curativa. In questi casi vanno associate altre terapie che elencheremo di seguito.
Radioterapia: Raggi X ad alta energia creano un'apoptosi (morte cellulare) delle cellule tumorali. Oggi rispetto al passato la radioterapia è mirata sulla lesione e crea Meno effetti collaterali.
Brachiterapia: inserimento di semi radioattivi all'interno della prostata.
Ormonoterapia: gli LH-RH analoghi bloccano la produzione degli ormoni maschili (testosterone). Abbassando il livello di testosterone è possibile bloccare la crescita di cellule tumorali, ridurre i sintomi e le dimensioni del tumore. Nel passato per ridurre la produzioni il testosterone e per trattare il tumore prostatico, eravamo costretti a procedere ad una orchiectomia bilaterale (asportazione dei testicoli).
L'ormonoterapia può essere usata il modo continuativo, con lunghi periodi i azzeramento del PSA, e di regressione della malattia.
In alcuni casi viene utilizzata in associazione con l'intervento chirurgico e con la radioterapia.
Quando si instaura un ormone resistenza attualmente abbiamo a disposizione farmaci di seconda linea come l'Abiraterone e l'Enzatulamide.
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